La Sopravvivenza del Bonsai
( la morte di un amore causata dalla cocciniglia)
All’ inizio fu un moyogi, casuale ed informale,
un seme solo in tarda primavera
le radici si disposero a raggiera.
Il primo ramo a un terzo dell’ altezza
Un cotoneaster, o carmona, oppure un olmo
O Ficus Macrophylla o Benjamina.
Poi fu bankan, “ stile contorto”, corteccia
Consumata , tronco ritorto , un’ impressione
Di età molto avanzata , ma non era.
Fukinagashi, vento forte, i rami allungati
Da una sola parte.
( Il maestro Nakamura ha detto ,in occasione di un seminario dedicato a questo stile,
che una pianta è bella quando spinge colui che la guarda
a fare il gesto di tenersi il cappello sulla testa )
SEMBRAVA FACILE...
L'irrigazione dei bonsai è un’operazione apparentemente banale
che, invece, nasconde pericolose insidie.
Io, per esempio, l’ ho innaffiato troppo.
E un bonsai annaffiato troppo, all’inizio vegeta rigogliosamente
con foglie di un bel colore intenso, poi, improvvisamente
“passa a miglior vita”, a causa del marciume che
ha divorato tutto l’apparato radicale.
COME ANNAFFIARE
Irrigazione a pioggia: il sistema più indicato per innaffiare le piante.
Si effettua con la lancia o con l'annaffiatoio e riproduce quello che accade in natura, quando la pioggia
bagna prima la chioma, poi entra nel terreno
sciogliendo i sali minerali che vengono così assorbiti
dalla pianta e, infine, porta via l'eccesso di salinità e le tossine
che le piante producono durante il processo di assimilazione.
I danni provocati dalle Cocciniglie sono ingenti:
una volta arrivate sulla pianta (possono attaccare il tronco,
le foglie, i frutti e persino le radici)
le cocciniglie affondano i loro stiletti acuminati
sul tessuto vegetale ed iniziano a succhiare
* * *
Saccheggiata della preziosa linfa, avvelenata dalla saliva
tossica ed attaccata, qualunque pianta,
se non curata in tempo, va incontro ad una morte certa